Prove per un incendio by Shalom Auslander

Prove per un incendio by Shalom Auslander

autore:Shalom Auslander [Auslander, Shalom]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Guanda
pubblicato: 2012-01-04T23:00:00+00:00


16

Mezzogiorno era già passato da parecchio quando Wilbur Messerschmidt Senior aprì la porta di casa, in accappatoio e pantofole.

«Kugel» disse.

«Senior» disse Kugel. Lo chiamavano tutti così, e Kugel, preparandosi a litigi e smentite, pensò che potesse essere un buon modo per stabilire subito una certa complicità.

Senior si avvicinò per vedere meglio il gonfiore grande come una pallina da golf sul sopracciglio di Kugel, nonché l’occhio violaceo e mezzo chiuso. Il taglio era lungo quasi tre centimetri. Kugel per un po’ ci aveva messo del ghiaccio, quella mattina, mentre mamma era impegnatissima a telefonare a tutti gli alimentari della città in cerca del pane azzimo. Aveva perfino preso in considerazione l’idea di andare in ospedale per farsi mettere dei punti, ma poi pensò che una frase come Anne Frank mi ha tirato una bottiglia di multivitaminico non sarebbe stata accolta così bene al pronto soccorso. Inoltre pensò quanto segue:

Ad Auschwitz non mettevano punti.

Non avevano il Tylenol.

Avevano l’appello alle quattro del mattino e durava quattro ore.

Io non avrei resistito cinque minuti.

Senior scosse la testa con aria di disgusto.

«A quanto pare ha fatto a botte con la persona sbagliata» disse.

«Il passato è il presente» ribatté Kugel.

«Non sono sicuro di aver capito» disse Senior.

Kugel sentì che il fiato di Senior sapeva di whiskey.

«È a proposito della casa» disse.

«Che ha fatto la casa?»

Kugel sospirò.

«Si tratta di quel vecchio sacco che ho trovato» spiegò Kugel.

Aspettò una risposta, una frase, un fremito di comprensione. Niente.

«Il vecchio sacco» ripeté Kugel. «In soffitta.»

Senior scosse la testa.

Nervi d’acciaio, pensò Kugel. Se ti dovevi nascondere nella soffitta di qualcuno, Senior era un’ottima scelta.

«Suo figlio non le ha accennato niente» chiese Kugel «a proposito del vecchio sacco che ho trovato in soffitta?»

«Oh, quello entra ed esce» disse Senior con un gesto furioso della mano. «A tutte le ore, va e viene. Si occupa di tutti tranne che della sua stramaledetta famiglia.»

«Ma lei per caso ha lasciato lì qualcosa?» chiese Kugel, cercando di non farsi distrarre. «In soffitta, Senior, non ha per caso dimenticato qualcosa?»

«Tipo un vecchio sacco?»

«Esattamente.»

«No. Non mi ricordo di aver lasciato nessun vecchio sacco. Ma che c’era dentro?»

«Mi riferisco» disse Kugel «a una certa vittima dell’Olocausto, molto famosa.»

Senior drizzò la testa.

«In soffitta» aggiunse Kugel.

Senior si grattò il mento.

«Elie Wiesel?» chiese.

Kugel incrociò le braccia sul petto.

«Lei mi ha venduto una casa con dentro Anne Frank» disse.

Senior guardò per terra e fece un profondo sospiro. Poi cominciò ad annuire lentamente, e girandosi per rientrare in casa, fece cenno con la mano a Kugel di seguirlo.

I Messerschmidt facevano parte della grande ondata di immigrati che a metà dell’Ottocento giunsero dalla Germania negli Stati Uniti, ed erano una delle famiglie che avevano fondato Stockton. Erano sbarcati a New York City, ma i Messerschmidt erano contadini e muratori, come molti immigrati tedeschi. Quei primi anni furono difficili, così la generazione seguente si spostò verso la campagna, dove potevano trovare lavori più adatti a loro. Misero insieme tutti i soldi che avevano, e comprarono un pezzo di terra riarsa e sassosa, e lottarono per tirarne fuori un raccolto misero ma apprezzabile.



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